Shirin Neshat (1957, Qazvin, Iran) è un’artista e regista iraniana che vive e lavora a New York. È conosciuta per un linguaggio visivo potente e simbolico, attraverso cui affronta temi come identità, genere, esilio e il dialogo – spesso conflittuale – tra cultura islamica e Occidente.
Nel 1983 si trasferisce a New York, dove lavora allo Storefront for Art and Architecture. Dopo un periodo di silenzio creativo, nel 1993 torna in Iran per la prima volta: l’impatto con una realtà profondamente mutata, soprattutto nella condizione femminile, dà avvio alla sua ricerca artistica. Neshat sviluppa un linguaggio personale e multidisciplinare, fondendo fotografia, video e performance in opere cariche di tensione politica e lirismo visivo, che riflettono sulle relazioni tra individuo e collettività, spiritualità e potere, passato e presente.
Le sue mostre personali sono state ospitate da alcune delle più importanti istituzioni internazionali, tra cui il Whitney Museum of American Art di New York, l’Art Institute di Chicago, la Kunsthalle Wien di Vienna, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Pinakothek der Moderne di Monaco, il Broad Museum di Los Angeles e il Museo Correr di Venezia. Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti del MoMA, del Guggenheim Museum di New York e della Tate Modern di Londra.
Ha partecipato a numerose rassegne internazionali, tra cui la Biennale di Venezia (1995, 1999, 2000), la Documenta 11 di Kassel, la Biennale di Istanbul, la Biennale di Johannesburg e la Whitney Biennial.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro per la Miglior Partecipazione Internazionale alla 48ª Biennale di Venezia (1999) e il Leone d’Argento per la Miglior Regia alla 66ª Mostra del Cinema di Venezia per il film Women Without Men (2009). Nel 2017 ha ricevuto il Praemium Imperiale per la pittura, diventando la prima artista iraniana a essere insignita di questo premio.